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Artbrain | Classifica digitalizzazione DESI 2018: Italia tra le peggiori
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Classifica digitalizzazione DESI 2018: Italia tra le peggiori

Fonte: digitalic.it

L’Italia tra le peggiori in Europa per digitalizzazione : al 25° posto su 28 secondo l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società; Desi 2018.
Sono stati da poco comunicati i risultati del Desi, l’indicatore della Commissione Europea che misura, annualmente, il livello di attuazione dell’Agenda Digitale che rileva i progressi compiuti in termini di digitalizzazione.
L’Italia si posiziona, come l’anno scorso, al 25° posto fra i 28 Stati membri dell’UE.

 

Classifica digitalizzazione: perché l’Italia è in fondo

Come negli anni precedenti, si è registrato una complessiva carenza di competenze digitali, nonostante l’adozione da parte del governo di alcuni provvedimenti.
Le conseguenze risultano penalizzanti per la performance degli indicatori Desi sotto tutti e cinque gli aspetti considerati: diffusione della banda larga mobile, numero di utenti Internet, utilizzo di servizi online, attività di vendita online da parte delle Pmi e numero di utenti eGovernment. Le prestazioni dell’Italia si collocano all’interno del gruppo di Paesi con risultati inferiori alla media europea.

 

Investimenti a rilento per la digitalizzazione

Durante lo scorso anno, pur avendo fatto qualche progresso sul fronte dell’integrazione delle tecnologie digitali da parte delle imprese, l’Italia è comunque retrocessa dal 19º al 20º posto in classifica su questo indicatore: altri Paesi hanno registrato un’evoluzione più rapida.

Le imprese italiane si collocano al di sopra della media per quanto riguarda l’utilizzo di soluzioni di eBusiness, come scambio di informazioni elettroniche e Rfid.
Un sensibile incentivo è stato dato sia dalla sperimentazione, lanciata nel 2017, della fatturazione elettronica tra privati, sia dall’introduzione delle detrazioni fiscali sugli investimenti, correlati a Industria 4.0, in beni strumentali, software, macchinari e attrezzature industriali, prorogate fino alla fine del 2018.