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Artbrain | La SEO si fonda sui Big Data?
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La SEO si fonda sui Big Data?

Fonte: digitalic.it

Quando si parla di Big Data, nell’immaginario collettivo saltano alla mente le lettere verdi su schermo nero del film Matrix: un flusso infinito di numeri e lettere, inarrestabile e indecifrabile. Per fortuna, possiamo lasciare certe iconografie alle distopie cinematografiche e concentrarci su quello che i Big Data sono realmente e come influenzano in modo determinante uno dei canali maggiori del digital marketing: quello della ricerca.

La SEO prima e dopo i Big Data

Google è probabilmente il trendsetter assoluto nel campo della raccolta dei dati e nella sua catalogazione, ai fini commerciali di restituzione degli stessi come risposta a un bisogno dell’utente. I SEO delle prime generazioni ben si ricorderanno che la situazione agli albori della professione di ottimizzatore era molto meno complessa di adesso, facendo leva in forma quasi esclusiva sul PageRank, a oggi “solo” uno dei tanti pilastri per il posizionamento sui motori di ricerca.

Ma da circa un decennio ormai, il settore si è evoluto e nei suoi algoritmi, Google ha iniziato a includere dati che sono accostabili alle tre V tradizionali dei Big Data riconosciute dal modello di Douglas Laney.

Il Volume dei dati generati, infatti, è in esponenziale aumento e non guarda più esclusivamente ai contenuti testuali ma a a fonti di dati che rispecchiano una Varietà ampia, coinvolgendo anche il comportamento dell’utente, il quale ha ormai, anche in base alla tipologia di richiesta, delle risposte in real-time, rispettando quindi un principio di Velocità.

Anche le due V aggiunte nel tempo, hanno il loro spazio nel Serch Marketing: la Veridicità delle fonti è oggi uno dei maggiori punti attenzionati dalle parti di Google,e buoni dati rappresentano un Valore economico importante non solo per l’azienda di Mountain View ma anche per i siti posizionati.

Ad oggi poi, l’introduzione di novità quali la Ricerca Vocale, la ricerca sul territorio (local) e l’ottimizzazione mobile bisognano di una mole sempre più complessa ed estesa di dati, che influenzano anche i risultati che un buon SEO dovrebbe portare in dote al ROI. Anche l’analisi di monitoraggio di una singola parola chiave fa leva a logiche di Big Data, in quanto il lavoro dietro le quinte per la composizione di una Search Engine Result Page rispecchia un processo di organizzazione di una mole di dati elevata in un elenco ordinato di contenuti.

La scelta di restituire questi in diverse forme (mappe, video , immagini) viene effettuata da altri dati raccolti dal motore di ricerca: che sia il comportamento di un contenuto video rispetto uno testuale per una singola query, fino alla definizione nello spazio – riprendendo i dati del gps – e nel tempo – nel caso di notizie dell’ultima ora direttamente sulla pagina di Google.